Nove scudetti di fila hanno mandato ai pazzi tanta gente, lo sapevamo. Ed è partito puntuale il nuovo tentativo di abbattimento giudiziario verso la Juventus. Per chi, come il sottoscritto, ha dovuto ingoiare silenziosamente il veleno che ci hanno imposto di bere nell’estate 2006, è inevitabile la mente faccia un immediato transfer temporale a quel clima osceno. Al tempo stava nascendo una Juventus stellare, grazie alle intuizioni sportive e amministrative di Bettega, Moggi e Giraudo. Un progetto che andava stroncato. Contro quell’omicidio giudiziario in pochi fecero un’ardua ma insufficiente resistenza. Anzi, fu la stessa proprietà a consegnarsi alla giustizia sportiva per far fuori quella Triade che non avrebbe potuto far fuori altrimenti.
Oggi la storia si ripete. Ma se da una parte c’è il solito affollato plotone di esecuzione composto dai frustrati del campo, il famoso “sentimento popolare”. Quelli che sul campo perdono quasi sempre, e da sempre non riescono a fare di meglio che autoconsolarsi con “la Juve rubba”! Dall’altro lato il quadro sembra stavolta più complesso. Dalla proprietà della Juventus arrivano purtroppo, anche stavolta, segnali incerti. Anzi, c’è la sensazione che qualcuno vorrebbe utilizzare il nuovo rogo delle streghe per ripianare un po’ di debiti. Molto diverso sembra invece l’approccio che l’enorme popolo della Juventus vuole avere di fronte a questa nuova porcata giudiziaria. Lascio di seguito il comunicato unitario pubblicato l’altro ieri dagli Juventus Club. Che si aggiunge ad un clima di rivolta generale scatenatosi non appena è arrivata l’assurda sentenza di condanna. C’è voglia di combattere, e c’è voglia di farlo usando ogni mezzo possibile. Un clima che ha inevitabilmente riportato nella mischia anche il vecchio leone Luciano Moggi. (segue la sua lunga lettera diretta al presidente FIGC Gravina).
“A seguito di un’attenta lettura e analisi della decisione n. 0063/CFA 2022-23 della Corte Federal d’Appello S.U. FIGC sono emerse numerose criticità, di cui ne riportiamo solo alcune per ragioni di sintesi: – applicazione distorta del diritto sportivo, già di per sé strutturalmente incompleto; -violazione dei più basilari principi di diritto (giusto processo, legalità, diritto al contraddittorio); – applicazione in sede di revocazione, in violazione dei suddetti principi, nonché del doppio grado di giudizio, dell’art. 4 C.G.S., non contestato alla Juventus nel capo di incolpazione originario e conseguente applicazione della sanzione di 15 punti di penalizzazione; sanzione determinata in modo del tutto arbitrario e senza una congrua motivazione, circostanza che ha fatto emergere in modo lapalissiano una insostenibile lacuna del codice di giustizia sportiva laddove, non essendo prevista una cornice edittale, vige il “non” principio dell’indeterminatezza della sanzione; – utilizzo parziale di atti privi di qualsiasi valore probatorio (come le intercettazioni che sono un mezzo di ricerca della prova, non prove!), come prove aventi addirittura una valenza confessoria; applicazione di una norma generale (articolo 4 CGS) laddove sussiste, per la tipologia di violazione contestata, una norma specifica (articolo 31 comma 1 CGS) che prevede la sanzione dell’ammenda con diffida.
In forza di argomentazioni che riteniamo ampiamente fondate sia in punto di diritto che di fatto, riteniamo che la Juventus abbia fatto nuovamente da apripista rispetto alle acrobazie giuridiche della giustizia sportiva, che ancora una volta ha mostrato di essere parziale, sommaria, frettolosa. Circostanze, queste ultime, che non interessano a molti quando viene colpita la Juventus, in spregio ai più basilari principi giuridici, ma che interessano (e moltissimo) a noi tifosi bianconeri.
Siamo stanchi del clima mediatico che circonda ogni vicenda concernente la Juventus, siamo stanchi di dover sfamare il sempre ricorrente “sentimento popolare”, siamo stanchi della parzialità con cui vengono sempre fraudolentemente narrate le nostre vicende. Anche nel caso in cui il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni dovesse, come speriamo e confidiamo, ribaltare questa decisione abnorme e immotivata, i danni collaterali sarebbero (come sempre) già stati consumati, sia sotto l’aspetto sportivo che extracalcistico. L’immediata esecutività della sentenza prima che la stessa sia definitiva costituisce, infatti, un’altra anomalia ed illogicità del sistema; il campionato della Juventus può dirsi sin da ora alterato, al di là dell’esito finale.
Oggi più che mai, quindi, ci sentiamo uniti nel confermare le azioni già poste in essere e ci dichiariamo pronti a percorrere ogni strada possibile e lecita, al fine di far valere i nostri diritti e difendere quelli che riteniamo essere dei principi indefettibili. Prendiamo le distanze da tutti i mezzi di comunicazione che, con malcelata ossessione, hanno sempre speculato sul nome Juventus facendone brandelli da vendere a chi legge, a chi guarda, a chi ascolta. Continuiamo a disdire i contratti con le pay tv, favorendo una massiccia presenza allo Stadium per far sentire la nostra vicinanza alla squadra e a scrivere, a parlare di questa ingiustizia al fine di tenere alta l’attenzione far comprendere la vera ragione di tutto ciò che sta accadendo, per fermarlo. Quando si sbaglia si paga. Dopo un giusto processo. Grazie a prove tangibili e inconfutabili. Pagano quelli che sbagliano. Ognuno nella giusta misura. Ognuno perché ha infranto regole, norme…non altrui “sentimenti”, più o meno “popolari”. Non si può cancellare impropriamente la storia scritta sul campo e colpire in tal modo il cuore dei tifosi. Tifosi che si informano, che comprendono cosa sta accedendo e che civilmente intendono ribellarsi a questa abnorme situazione”.
Gli Juventus Official Fan Club
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Per Gravina Gabriele
Egregio signor Presidente,
Faccio seguito alla grande enfasi con la quale è stato divulgato, a mezzo stampa, l’interrogatorio di Pessotto , reo di avermi incontrato , dice naturalmente Chinè, ai bordi del campo di Cercola, un sobborgo di Napoli, in occasione della partita di Campionato primavera Napoli -Juventus. Siccome conosco bene le regole che vietano alle persone radiate di stare ai bordi del campo, in occasione di gare organizzate dalla FIGC , mi sono guardato bene dall’ infrangere dette regole e, in compagnia di Luigi Palumbo e Giacomo Novello , non conoscendo il posto, abbiamo chiesto agli inservienti di accompagnarci in tribuna. Il “viaggio” con la guida è cominciato dalla curva della pista di atletica leggera ed è continuato fino alla porta d’ingresso della tribuna , dove ho incontrato il sig. Pessotto che ho salutato calorosamente essendo stato un mio giocatore , dopo di che sono salito in tribuna con i miei due amici , raggiunto successivamente dal Pessotto stesso con il quale mi sono intrattenuto ulteriormente a parlare dei nostri tempi. Probabilmente per questo il dr. Chinè si è sentito autorizzato ad informare la stampa ancor prima di procedere all’interrogatorio di chi poteva informarlo realmente su quanto avvenuto .Allora Lei , signor Presidente , deve informare il dr. Chinè che la posizione del radiato vieta di stare ai bordi del campo durante una partita Figc,ma non vieta assolutamente di salutare e parlare con una persona che si conosce ,che ti capita di incontrare .E dovrebbe anche fargli capire che la radiazione significa divieto di essere inserito nei ruoli federali ed io sono ben felice di non farne parte visto lo stato attuale cui è ridotto il nostro calcio dopo l’allontanamento di quelle persone che avevano contribuito , con i propri giocatori, a far vincere il titolo mondiale del 2006 , visto, oltretuttto, che a fare il team Manager della Nazionale c’è Oriali condannato a suo tempo dalla Giustizia sia sportiva che ordinaria per aver falsificato una patente per fare il passaporto falso a Recoba con documenti “reperiti” alla motorizzazione di Latina , città nella quale si trovava a quel tempo proprio Chinè nelle vesti di magistrato.
Trattandosi poi di una partita, Napoli-Juventus, in un campo esterno abbastanza sconosciuto , resta difficile(o facile..?) anche capire il perchè Chinè abbia inteso interrogare prima Pessotto ,anzichè gli inservienti napoletani che ci accompagnarono all’ingresso della tribuna dalla curva della pista di atletica , perchè gli avrebbero sicuramente risposto che era una guida per chi non conosceva il percorso. E tutto sarebbe finito li .Per cui , caro Gravina , dovrebbe far pagare proprio a Chinè le spese fatte per mandare a Torino la persona che avrebbe interrogato Pessotto . Certamente nè Chinè, nè nessun altro potrà mai impedirmi di salutare una persona che ha fatto parte del mio percorso calcistico .
Di conseguenza, signor Presidente ,preferisco riferirmi a Lei che sovrintende , perchè suggerisca a Chinè la prudenza necessaria prima di prendere simili provvedimenti che, passati attraverso la stampa,colpiscono l’ego della persona che, oltretutto, è colpevole soltanto di aver partecipato “ad un campionato regolare, con nessuna partita alterata “, questo disse la sentenza del PROCESSO SPORTIVO ,mentre il prof. Serio ,che lesse la sentenza, parlò di un dispositivo che si innescava sul SENTIMENTO POPOLARE . E questo fu confermato dal maresciallo dei carabinieri della caserma di via Inselci, proprio quella del maggiore Auricchio, che, forse preso dal rimorso, concesse un’ intervista al Corriere dello Sport chiedendo l’anonimato(ma si sa chi è, per adesso vi diamo solo le iniziali :S.N) e parlò di “un processo che non aveva niente che potesse tenerlo in piedi”. Lei, Presidente ,che ha ricevuto brevi manu la “chiavetta” dove sono racchiuse le intercettazioni dei personaggi che in quel tempo avevano inquinato il calcio , che al tempo in cui stava alla guida della Under 21, mi informò di come qualcuno stesse tramando contro il sottoscritto , deve adesso dare la vera motivazione della radiazione . Si faccia coraggio Presidente , si ricordi che la paura è una pessima consigliera che prima o poi fa pagare il conto. D’altra parte non oso pensare a cosa può riservarmi il futuro anche perchè dopo la radiazione, di peggio può esserci solo la fucilazione . Sono naturalmente i pensieri della sera, anzi della notte , rifletta Presidente, rifletta !! Domani provvederò a trasferire nei giornali queste mie riflessioni notturne .
Luciano Moggi