Buongiorno dal 2021! La prima notizia è che ci siamo arrivati. La grande lezione del 2020, un anno che in troppi vogliono buttare rapidamente e stupidamente nella spazzatura, è dal mio punto di vista molto chiara: mai dare niente per scontato o acquisito definitivamente. Da microesseri temporali quali siamo, dovremmo riconoscere molti meriti a questo 2020 appena terminato. Ci ha ribadito, se ancora ce ne fosse bisogno, l’assurdità dell’uomo che cerca di farsi dominatore del tempo e dello spazio. Ci ha fatto capire che il concetto di “limite”, in ogni sua dimensione esprimibile, dovrebbe essere la base razionale di ogni essere vivente a cui viene concessa l’opportunità di una rapidissima comparsata nella millenaria storia dell’universo.
Ed invece eccoci qua, a caricare a bestia questo 2021 appena nato di responsabilità e paroloni pesantissimi. Rinascita! Resurrezione! Riscatto! Ritorno al nostro Stile di Vita!
Più che un nuovo anno sembra una vendetta. Come in quei film dal copione un po’ scontato in cui, dopo i rovesci sopportati, arriva il momento di riprendere il dominio.
George W. Bush per smarcarsi dai limiti imposti dal Protocollo di Kyoto affermava che “lo stile di vita americano non è negoziabile”. Ebbene, usciamo da un anno che ha mandato in frantumi lo stile di vita dell’intero pianeta, portandosi via nel cammino 2 milioni di persone per il solo coronavirus. Forse per il neonato anno ci starebbe meglio un riflessivo “abbiamo un problema, Houston”, piuttosto che ostinarci a rimuovere in fretta il 2020 per immedesimarci in improbabili Rambo alla “quello che voi chiamate Inferno… lui lo chiama Casa”.