Mancano per fortuna ormai solo poche ore. La mitologica “fase2” sta per diventare realtà. Da domani, lunedì 4 maggio 2020, l’umanità italica reclusa in quarantena potrà parzialmente cominciare un percorso di riavvicinamento verso un’agognata normalità.
Forse proprio per farci riassaporare in anteprima un po’ di normalità, la politica ha deciso di portarsi avanti col lavoro, ripristinando con largo anticipo l’ordinaria qualità del dibattito. E così, sulle misure annunciate dal Governo per tentare di normare la “fase 2”, si è assistito ad un dibattito vuoto, strumentale e basato su speculazioni e previsioni che, esattamente come quelle scelte dal Governo, potrebbero rivelarsi presto illusori miraggi.
E’ ripartita l’eterna rincorsa al consenso politico, costi quel che costi. In nome dell’economia, della libertà e perfino dei morti, è cominciato un preventivo fuoco di fila sui provvedimenti governativi. L’esecutivo sarebbe reo di un approccio troppo prudente nelle “riaperture” e lo starebbe facendo con metodi da regime dittatoriale.
Peccato che il quadro di realtà, come dimostrano le esperienze di tanti altri paesi, più che l’assegnazione di torti o ragioni, consente al massimo scommesse. Perchè l’unica cosa certa al momento è che c’è un unico ed imparziale arbitro che può decretare la validità delle misure adottate: la circolazione del virus ed il numero dei nuovi malati. Se questo numero rimarrà basso, vorrà dire che saremo stati in grado tutti (Governo e cittadini) di trovare le misure per convivere degnamente con il virus in attesa arrivi l’agognato vaccino. Se invece il numero dei nuovi malati risalirà, si dovrà inevitabilmente rimettere il freno a mano ed accettare nuove limitazioni governative. A meno che non si ritenga utile (come inizialmente annunciato dagli “amici del popolo” Trump, Bolsonaro e Boris Johnson per poi dover fare goffamente retromarcia) un “muoia Sansone e tutti i filistei”, affidandosi al fatalismo più assoluto che manderebbe il sistema sanitario e mortuario in un caos altrettanto assoluto.
In mezzo a queste bande di scommettitori in ansia da prestazione elettorale si muovono i cosiddetti “esperti”. Un esercito di addetti ai lavori che in questi mesi abbiamo potuto ascoltare in quantità e qualità sui mass media a spiegarci il virus e l’epidemia, poi promossa a pandemia. Dapprima pendendo dalle loro labbra. Poi, via via che il tempo passava ed anche loro facevano qualche inevitabile scivolone dialettico, è arrivata l’ansia da “sì ok il virus è pericoloso, ma quando ci fate uscire dalla quarantena?“. Musica per le orecchie degli scommettitori politici, che hanno subito ricominciato a piazzare le loro puntate.
L’attesa è finita! Sta per scoccare il rien va plus!