San Juan del Rio – Queretaro – Mexico
Sabato scorso nonno Antonio e la nonna acquisita Carla hanno voluto organizzare, quasi surrettiziamente, la festa per i 3 anni della nipote, già festeggiata una settimana prima a Città del Messico con l’altro pezzo di famiglia. Al di là dell’affetto sincero che nutrono verso la nipotina, era evidente la loro necessità di prendersi un proprio palcoscenico da nonni. Per non essere da meno.
Nelle stesse ore a Roma, al Circo Massimo, c’era chi aveva allestito un palcoscenico per difendere la cosiddetta “famiglia tradizionale”. Un’entità sempre meno definibile e delimitabile nel vissuto delle persone, che proprio per questo si cerca di definire e difendere semplicemente negando diritto d’esistenza ad ogni altra forma di affettività e familiarità. Una sorta di training autogeno che, negando l’esistenza giuridica di qualsiasi altra forma di famiglia, cerca di tenere in piedi un’istituzione che nella realtà fa acqua (e sempre più spesso cronaca nera) da tutte le parti.
Antonio e Carla, coppia nata dopo la separazione del primo dalla sua famiglia precedente, avevano bisogno di un riconoscimento come nonni, e se lo sono comprato. Scarpette rosse, vestitino e torta con le candeline per la nipotina; il gioco era fatto. Non sono ovviamente mancate le foto ed i video per testimoniare l’evento.
Figli e nipoti vengono da sempre utilizzati come mezzo di estorsione, ricatto e dispenser affettivo, anche nelle migliori “famiglie tradizionali”! Per difendere cotanta tragica tradizione, ed il suo traballante monopolio sociale, non rimane che prendersela con le coppie omosessuali e la loro presunta incapacità di garantire una crescita ed uno sviluppo equilibrato ai propri figli. Perchè “sbagliato è sbagliato”, o sbaglio?